COME SCEGLIERE UN GRUPPO DI CONTINUITA' PER PC
Non tutti sanno quanto sia importante proteggere il proprio computer desktop, soprattutto dopo aver speso centinaia se non addirittura migliaia di euro. Può capitare infatti che a causa di qualche sporadico sbalzo di tensione, di un inaspettato blackout, o, peggio ancora, di un improvviso quanto pericoloso fulmine, il computer, e magari tutte le altre periferiche ad esso collegate, possa danneggiarsi irreparabilmente e di conseguenza non funzionare più.
Questo, purtroppo, può accadere ad esempio proprio mentre si stava creando un file per il lavoro, che guarda caso non si aveva ancora salvato, o più semplicemente durante una partita al proprio videogioco preferito.
Prevenire è meglio che curare, quindi, per evitare questi ed altri problemi del genere, il proprio PC dovrebbe essere sempre protetto da un appropriato gruppo di continuità.
Ma come scegliere un gruppo di continuità per PC, e quali sono le caratteristiche che deve avere un buon UPS?
CHE COS’È UN GRUPPO DI CONTINUITÀ?
Un gruppo di continuità, chiamato anche UPS, dall’acronimo inglese di uninterruptible power supply, ha il solo scopo di mantenere correttamente alimentate tutte le apparecchiature ad esso collegate, quindi computer, monitor, televisori, console, stampanti, scanner, modem, e via dicendo.
Per fare questo, all’interno di un qualsiasi gruppo di continuità vengono di solito montate delle semplici batterie, in genere da 12 volt, un appropriato alimentatore, che carica le batterie, ed un cosiddetto inverter, che non fa altro che generare la corrente dalle batterie presenti.
COME SCEGLIERE UN GRUPPO DI CONTINUITÀ PER PC
Vediamo ora di capire meglio come scegliere un gruppo di continuità per PC. Prima di tutto, però, bisogna dire che in commercio esistono sostanzialmente tre tipologie di UPS:
offline, chiamati anche standby, che corrispondono ai gruppi di continuità più economici, offrono in genere una breve autonomia, entrano in funzione dopo circa 5–10 millisecondi, e non hanno, di solito, alcun tipo di protezione da eventuali disturbi o sbalzi di tensione, in quanto le apparecchiature vengono alimentate direttamente dalla rete elettrica. Questa tipologia di UPS può essere venduta anche sotto forma di una comune ciabatta;
online, chiamati anche a doppia conversione, che entrano in funzione immediatamente e che, per di più, offrono una protezione completa sotto ogni punto di vista. In questo caso, infatti, le apparecchiature collegate all’UPS vengono alimentate direttamente dalle batterie, e non dalla rete elettrica, consentendo così di prevenire fastidiosi disturbi e, al tempo stesso, di stabilizzare la corrente e/o raddrizzare la tensione in caso di necessità. Questa tipologia di UPS può costare il doppio, se non il triplo, rispetto ai più diffusi gruppi di continuità offline, visto che sono anche adatti a proteggere sia server che data center e l’unico svantaggio che hanno è solamente il loro maggior consumo dovuto al modo in cui normalmente operano;
line-interactive, che sono una via di mezzo tra gli offline e gli online in quanto offrono una protezione superiore rispetto agli offline, magari anche tramite un valido AVR, ma inferiore rispetto a quella comunemente offerta dagli online. Questa tipologia di UPS entra in funzione dopo circa 5 millisecondi e, molto spesso, è dotata di un buon rapporto qualità-prezzo.
I gruppi di continuità migliori sono quindi quelli online mentre i gruppi di continuità peggiori sono ovviamente gli offline. Tuttavia, se hai un budget limitato e non puoi permetterti di comprare un gruppo di continuità online, la scelta migliore ricade unicamente sui gruppi di continuità line-interactive.
QUALE UPS SCEGLIERE
Oltre alla tipologia, quello che distingue un gruppo di continuità da un altro, è anche il tipo di onda sinusoidale della tensione che esce dall’UPS e che alimenta le apparecchiature ad esso collegate. Nei gruppi di continuità meno costosi, questa onda sinusoidale può infatti essere simulata da un’onda quadra…
…o, in alternativa, da un’onda sinusoidale approssimata, chiamata a volte anche onda pseudo-sinusoidale.
Al contrario, nei gruppi di continuità migliori, l’onda sinusoidale non viene simulata da onde rettangolari ma, piuttosto, viene generata direttamente dall’UPS, e proprio per questo motivo a volte viene anche chiamata direttamente onda sinusoidale pura.
In parole povere, l’onda sinusoidale peggiore è quella simulata da un’onda quadra mentre la migliore è ovviamente quella pura, tant’è vero che negli UPS di qualità maggiore l’onda sinusoidale in uscita è addirittura migliore rispetto a quella in entrata.
Quindi, anche se questo purtroppo porta il prezzo dell’UPS ad aumentare considerevolmente, cerca di scegliere sempre un gruppo di continuità dotato di un’onda sinusoidale pura, o al limite uno dotato di un’onda sinusoidale approssimata, e, se è possibile, lascia perdere i gruppi di continuità che erogano un’onda quadra che, almeno in teoria, andrebbero solamente usati con tutti quei dispositivi dotati di un proprio alimentatore.
Un’altra caratteristica che in genere distingue gli UPS è la tipologia di uscite presenti sul retro degli stessi.
Di solito, infatti, queste uscite vengono divise in due distinti gruppi: un gruppo collegato direttamente alle batterie, che è in grado di offrire sia la protezione contro le sovratensioni che la giusta alimentazione in mancanza di corrente, e un gruppo solamente filtrato, che quindi non offre alcun tipo di alimentazione in mancanza di corrente. Alcuni UPS permettono inoltre di proteggere direttamente fax, modem o telefoni, tramite l’apposito connettore RJ11, e/o router, tramite l’apposito connettore RJ45, mentre altri ancora, mediante un’interfaccia USB, parallela o Ethernet, permettono anche di monitorare o gestire lo stato del gruppo di continuità attraverso un appropriato software da installare sul computer.
Infine, i migliori gruppi di continuità, offrono persino un comodo display LCD sul quale poter visualizzare immediatamente alcune informazioni relative allo stato dell’UPS:
TIPOLOGIA DI INGRESSI
Quando stai per acquistare un gruppo di continuità, oltre alle caratteristiche sopracitate, dovresti prestare attenzione anche alla tipologia di ingressi presenti sul retro dell’UPS. In commercio, infatti, è possibile trovare dei gruppi di continuità dotati sia di prese IEC 320 C13 e sia dei gruppi di continuità dotati di classiche prese Schuko.
IEC 320 SCHUKO
Tuttavia, sebbene un gruppo di continuità dotato di prese Schuko nella maggior parte dei casi non dovrebbe creare proprio alcun tipo di problema, per poter invece collegare le comuni apparecchiature del PC ad un gruppo di continuità dotato di prese IEC, occorrerà per forza anche acquistare o un apposito adattatore o, in alternativa, una speciale multipresa dotata di connettore IEC 320 C14.
IL PROBLEMA DEGLI ALIMENTATORI CON PFC ATTIVO
Oggigiorno gli alimentatori per computer sono quasi tutti dotati di un PFC attivo. Questo implica, in poche parole, la necessità di un’onda sinusoidale pura, caratteristica che purtroppo non tutti i gruppi di continuità presenti in commercio hanno, altrimenti si corre il serio rischio di bruciare l’alimentatore del proprio computer (va comunque detto che se l’alimentatore del proprio PC è dotato di un PFC passivo, si potranno anche utilizzare UPS dotati di un’onda sinusoidale diversa da quella pura).
COME CALCOLARE LA POTENZA DEL GRUPPO DI CONTINUITÀ
Per calcolare la giusta potenza del gruppo di continuità prima di tutto devi tenere in considerazione quante sono le apparecchiature che vorresti proteggere e, in secondo luogo, quanto tempo vorresti che queste continuino a lavorare in mancanza di corrente.
Tuttavia, una volta chiariti questi due aspetti, dovrai affrontare un ulteriore problema. Infatti, mentre la potenza degli alimentatori viene comunemente espressa in watt, quella dei gruppi di continuità viene invece solitamente espressa in voltampere (VA), quindi, per poter calcolare la potenza necessaria del tuo gruppo di continuità, o dovrai convertire i watt in VA, oppure i VA in watt, utilizzando una delle due seguenti formule:
potenza attiva (in watt) = potenza apparente (in VA) per fattore di potenza
potenza apparente (in VA) = potenza attiva (in watt) diviso fattore di potenza
Convenzionalmente, il valore in VA è circa 1,4 volte, cioè 1/0,7, il valore in watt. Siccome però gli alimentatori per computer possono avere sia un PFC attivo che un PFC passivo, il fattore di potenza non è proprio sempre 0,7. Ad esempio, se hai un alimentatore per computer da 500 watt dotato di PFC attivo, il fattore di potenza, che dovrebbe essere sempre indicato sull’alimentatore stesso, sarà in genere all’incirca 0,9. Per calcolare quindi i VA che dovrà avere il tuo gruppo di continuità con questa tipologia di alimentatori, dovrai semplicemente dividere il valore in watt per 0,9 e non per 0,7:
500 watt/0,9 = 555,55 VA
Se invece hai un alimentatore da 500 watt dotato di PFC passivo, il fattore di potenza sarà all’incirca 0,6, quindi avrai:
500 watt/0,6 = 833,33 VA
Questo poiché, arrotondando i risultati ottenuti sempre verso l’alto, mentre con un alimentatore da 500 watt dotato di PFC attivo ci vorrà almeno un gruppo di continuità da 600 VA, con un alimentatore sempre da 500 watt dotato però di PFC passivo, ci vorrà invece almeno un gruppo di continuità da 900 VA.
C’è da dire inoltre però che se un PC è dotato di un alimentatore da 500 watt non significa che si avrà per forza bisogno di comprare un gruppo di continuità capace di erogare una potenza di almeno 500 watt.
Questo poiché il consumo prodotto dall’alimentatore scelto varia in base alle componenti presenti all’interno del computer in questione. Se, ad esempio, hai delle componenti all’interno del computer che consumano in totale 200 watt, pur avendo un alimentatore da 500 watt, il computer consumerà sempre e comunque 200 watt, di conseguenza avrai bisogno di comprare un gruppo di continuità che eroghi almeno 200 watt e non uno che ne eroghi almeno 500. In ogni caso, se hai la possibilità economica, nessuno ti vieta comunque di scegliere un UPS sovradimensionato.
COME CALCOLARE LA POTENZA DELLE ALTRE APPARECCHIATURE
Oltre ai watt erogati dalle classiche componenti presenti all’interno del computer, per scegliere il gruppo di continuità più appropriato alle tue esigenze, dovrai sommare anche i watt di monitor, altoparlanti, modem, router, scanner, stampanti a getto di inchiostro, e, in generale, di tutte le altre apparecchiature elettroniche che desideri proteggere. A proposito di stampanti, quelle al laser è meglio non collegarle MAI al gruppo di continuità, altrimenti occorrerebbe un UPS molto più potente, visto che una stampante al laser può assorbire da sola anche 1.500/2.000 watt.
Per calcolare la potenza totale in watt di tutte le altre apparecchiature elettroniche, dovrai quindi applicare la formula per ricavare i VA, cioè quella per ricavare la potenza apparente, tenendo bene a mente però che il fattore di potenza per le apparecchiature elettroniche è convenzionalmente stabilito in 0,7. In questo modo otterrai il giusto valore in VA che dovrà avere il tuo gruppo di continuità, in maniera tale da proteggere adeguatamente sia il tuo computer che tutte le altre apparecchiature ad esso collegate.
Ad esempio, se su un monitor viene riportato un consumo di 80 watt, la potenza assorbita in VA sarà di conseguenza:
80 watt/0,7 = 115 VA
A questo valore aggiungo, ad esempio, 600 VA per l’alimentatore con PFC attivo, ovvero 555,55 VA arrotondati verso l’alto, e quindi avrò 715 VA, che arrotondato verso l’alto farà 800 VA, ovvero i VA che dovrà avere come minimo il mio gruppo di continuità. Se sul prodotto invece del consumo in watt viene indicata la corrente assorbita in ampere (A), basterà soltanto moltiplicare questo valore per la tensione nominale della linea, in genere 230 volt, ed ottenere così il valore in VA necessario. Ad esempio, se su una stampante a getto di inchiostro viene riportato un consumo di 0,5 A, la potenza assorbita sarà di conseguenza:
0,5 A × 230 V = 110 VA
A questo valore aggiungo nuovamente i 600 VA dell’alimentatore con PFC attivo, ovvero 555,55 VA arrotondati verso l’alto, e quindi in questo caso avrò 710 VA, che arrotondato verso l’alto farà 800 VA, ovvero i VA che dovrà avere come minimo il mio gruppo di continuità affinché possa adeguatamente proteggere un computer dotato di un alimentatore da 500 watt con PFC attivo e una comune stampante a getto di inchiostro.
Il consumo delle varie apparecchiature elettroniche viene comunque solitamente espresso sul prodotto stesso, o direttamente sul sito del produttore, qualora non avessi ancora acquistato quel particolare apparecchio. Altrimenti, ti basterà acquistare un pratico wattmetro, dal costo di poche decine di euro, che senza fare complicati calcoli ti permetterà immediatamente di sapere qual è il consumo totale del computer e di tutte le altre apparecchiature elettroniche già in tuo possesso che vorresti proteggere.
INFORMAZIONI E CONSIGLI
Prima di scegliere un gruppo di continuità, tieni bene a mente che alcuni UPS sono anche dotati di una o più ventole interne per consentirne il raffreddamento, e se casomai volessi metterlo in un ambiente silenzioso, tieni inoltre presente che oltre ad eventuali allarmi sonori, alcuni gruppi di continuità possono anche emettere dei leggeri ronzii (niente comunque di insopportabile, visto che a tal proposito esistono pure diverse normative).
Per quanto riguarda la vita media delle batterie, sappi che questa può anche arrivare a durare diversi anni, ma non è sempre detto visto che dipende da molti fattori, mentre per quanto riguarda la prima carica delle batterie, è buona norma caricarle almeno 8 ore prima di utilizzare per la prima volta l’UPS, ricordandosi che nella maggior parte dei casi l’UPS carica le batterie anche quando si trova spento. Ad ogni modo, per avere maggiori informazioni a tal proposito, bisognerebbe quanto meno consultare il manuale di istruzioni dell’UPS scelto.
Una volta acquistato il gruppo di continuità, posizionalo a terra, tienilo lontano sia dai raggi diretti del sole che da pericolose fonti di calore, cerca di non esporlo ad un’eccessiva umidità, e, se ti è possibile, cerca di collegarlo ad una presa di corrente con messa a terra. Infine, sappi che una volta acceso l’UPS non è necessario spegnerlo per forza. Farlo, comunque, non lo danneggia.
CONCLUSIONI
Riepilogando, per scegliere un gruppo di continuità per PC dovresti:
1. calcolare i VA dell’alimentatore del tuo computer prestando molta attenzione al suo tipo di PFC e ricordandoti che se ad esempio hai un alimentatore da 600 watt questo non significa che dovrai per forza comprare un UPS da 600 watt, in quanto il consumo in watt dell’alimentatore scelto varia in base alla tipologia e al numero di componenti presenti all’interno del PC;
2. calcolare i VA delle altre apparecchiature elettroniche che vorresti proteggere, applicando la formula per ricavare la potenza apparente;
3. sommare i valori in VA ottenuti e successivamente arrotondare il valore ottenuto verso l’alto fino a quando non otterrai un valore a cifra tonda.
Adesso dovresti sapere i VA che dovrebbe avere il tuo gruppo di continuità, quindi non dovrai fare altro che prendere un UPS dotato di alcuni VA in più rispetto a quelli realmente necessari, sia per stare un po’ più tranquilli, sia per eventuali futuri aggiornamenti, prestando particolare attenzione alla tipologia di ingressi presenti sul retro dell’UPS, e scegliendo possibilmente o un UPS online, o un UPS line-interactive dotato di un’onda sinusoidale pura, o, al limite, un UPS dotato di un’onda sinusoidale approssimata. Ricorda però che in quest’ultimo caso, se il tuo computer ha un alimentatore con PFC attivo, potresti avere dei seri problemi.